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domenica 30 maggio 2010

Nella rotatoria di Cabriolo la precedenza è per chi viene da sinistra

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Prima si discuteva per farla e son passati vent'anni o più, ora si discute per come si è fatto l'appalto. Come andrà a finire?
Ad accendere i fuochi ci ha pensato il dottor Enrico Montanari, consigliere e leader dell'opposizione PD, che pre-inaugurando la rotatoria esterna le sue perplessità circa la correttezza dell'assegnazione dei lavori alla ditta UNIECO. Affermazione grave ma che pone molti interrogativi che vanno oltre questo episodio e che andrebbero chiariti. Sappiamo dell'invadenza della UNIECO e delle cooperative, in qualche modo ad essa legate, nei lavori di edilizia sia abitativa che commerciale e nella realizzazione di importanti opere infrastrutturali. La compartecipazione Comune-UNIECO ha assunto aspetti in cui era difficile distinguere il ruolo dell'ente e quello dell'impresa: bollettini ripresi sul sito comunale spesso mostravano i due loghi, diigenti ed impiegati tenici erano attivi a dare anticipazioni sulla stampa di giornali sociali.

sabato 29 maggio 2010

Salsomaggiore: costituita la sezione locale di Italia Nostra

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29 maggio 2010 - Si ha notizia della costituzione a Salsomaggiore Terme della sezione  locale di Italia Nostra. Le competenze della sezione si estendono anche al vicino Comune di Pellegrino. Il gruppo premotore della nuova sezione in precedenza riferiva alla sezione di Fiorenzuola D'Arda, ma già aveva intrapreso numerose iniziative in ambito locale. Già ora la sezione può mettere in cassaforte un primo successo avendo ottenuto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici il vincolo al complesso della Bertanella (vedi immagine sotto) come meglio spiegato nell'articolo apparso ieri sulla Gazzetta di Parma.


venerdì 28 maggio 2010

PSC: i primi passi

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Fidenza, Psc e dirigenti parla il sindaco Cantini

La giunta sta lavorando alla definizione del nuovo piano strutturale e già nei primi mesi dell'anno prossimo qualche idea potrebbe essere presentata ai cittadini
L'attesa per il primo PSC targato centrodestra nella storia di Fidenza è quasi finita. La giunta guidata da Mario Cantini sta lavorando alla definizione del nuovo progetto e già nei primi mesi dell'anno prossimo qualche idea potrebbe essere presentata ai cittadini. «L'ufficio - sostiene il primo cittadino - sta continuando la costruzione del Quadro Conoscitivo ed all'inizio del prossimo anno avvieremo un confronto più ampio all'interno e all'esterno della struttura comunale per una sua conoscenza e condivisione». La giunta precedente, quella di centrosinistra targata Giuseppe Cerri, proprio sullo strumento urbanistico si spaccò in due, subito dopo aver fatto un bando.

Venzuola: un rivo destinato a sparire

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Ad un mese esatto del primo intervento sul verde arboreo lungo in rivo Venzuola si è proceduto alla totale pulitura di quanto rimasto lungo le sponde del rivo stesso. Non sono mancate le perplessità dei residenti. 
Quello che sta morendo è tutto l'ecosistema particolare modellato dall'acqua di rivi e canali che presentava modesti ma gradevoli dislivelli. 
Le costruzioni dei quartieri a sud, pomposamente chiamati non più coree ma Navigatori ed Europa, la cementificazione degli orti sociali, la prossima costruzione di una centrale a biomasse con il conseguente traffico aggiuntivo non lasciano speranze. 
Fidenza, unico e grande quartiere, svilupperà periferie sino ai piedi delle colline, dove troverà già alcuni avamposti quali il Villaggio del Sole. In questa situazione la copertura di quel che rimane dei rivi e canali sarà inevitabile, le campagne contro la zanzara tigre e le operazioni programmate come riqualificazione del verde sono finalizzate a questo unico obiettivo. 
L'una a giustificare risanamenti l'altra a sgomberare il terreni da scomode testimonianze.
Ai cittadini il tutto viene somministrato in dosi progressive e sempre più massicce. Periodicamente viene pubblicizzata la tutela del territorio, quella del paesaggio e del verde, della incomprensibile eco-compatibilità delle scelte, ma è solo per prender fiato e tornare ad operare in direzione opposta.

giovedì 27 maggio 2010

Palazzo Arzaghi è su Facebook ed è segnalato nel censimento "I Luoghi del Cuore" del FAI

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E' attivo su Facebook il gruppo Amici di Palazzo Arzaghi,  se possiedi un profilo Facebook  e riconosci a questo luogo importante per la nostra città puoi aderire al gruppo.
Il palazzo è stato segnalato nel censimento 2010 "I Luoghi del Cuore" gestito da FAI, Fondo Ambiente Italiano. Sei invitato ad aderire con analoga segnalazione, clicca qui,  Palazzo Arzaghi.

mercoledì 26 maggio 2010

PSC: chi sta dormendo (opposizioni, associazioni, blogs e cittadini) si svegli.

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Uno strumento come il PSC (Piano Strutturale Comunale) è importante e strategico per il futuro di tutti i cittadini e non può essere deciso unicamente dai tecnici e dagli amministratori. Riguarda ognuno di noi e per questo è importante essere informati e coinvolti nelle diverse fasi di approvazione e attuazione del PSC, sia come singoli, sia come appartenenti ad associazioni.
Il processo di pianificazione ed il percorso per che dar vita al PSC dovrà coinvolgere cittadini e associazioni in assemblee ed incontri tematici su ambiente, mobilità, ed altri aspetti nelle diverse fasi di attuazione fino alla sua approvazione definitiva.
L’informazione dovrà costituire il primo passo della partecipazione ed i documenti, la cartografia e altri materiali illustrativi del PSC dovranno essere reperibili oltre che nei modi tradizionali anche on line.

Il Piano Strutturale Comunale (PSC), strumento di pianificazione urbanistica ha come scopo quello di promuovere:
• lo sviluppo economico, sociale e culturale della popolazione;
• il miglioramento della qualità della vita;
• l’uso consapevole e appropriato delle risorse non rinnovabili.
Il PSC dovrà poi indicare gli orientamenti generali che guideranno lo sviluppo urbanistico della nostra città nei prossimi anni.

martedì 25 maggio 2010

Sorprese in zona "Nuovi Terragli"

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L'impegno per la sicurezza e l'incolumità dei cittadini trova posto in ogni programma elettorale e di mandato che si rispetti o meno. Quale politicante suicida potrebbe dire il contrario? Appunto quello suicida. Nella realtà tuttavia le cose si complicano, le disposizioni devono tener conto di tanti elementi contingenti ed imprevisti, l'importante è agire tempestivamente. In quest'ottica di tempestività si colloca l'avviso che informa i passanti della possibile caduta di neve. L'avviso alle nostre latitudini prettamente invernale è posizionato nella piazzetta dei Terragli. Dalle cessioni rugginose del fil di ferro si può facilmente dedurre che è stato apposto nella stagione giusta. Non credo riferisca alla possibilità di una normale o imprevista nevicata, ma a qualche diverso effetto neve probabilmente dovuto ai fabbricati sovrastanti ciò rimanda ad un fattore tecnico od architettonico.
Dal ben fare al mal fare bastano pochi metri dove la sicurezza non può essere garantita da un semplice avviso, ci vogliono barriere ed il compito è più difficile, se risolto male si hanno soluzioni controproducenti. D'altra parte lo stretto interstizio tra gli edifici non è certo il meglio anche e se, per l'intimità che assicura, rimanda all'ottocentesco "vicolo delle merde" nelle vicinanze di Palazzo Arzaghi.
Volendo poi proseguire verso la stazione ci si infila in un corto passaggio protetto. Una scritta sulla pareti eloquente nel significato contrasta con le fredde geometrie architettoniche e nel contempo si pone come alternativa al messaggio fallico implicito nelle torri. Altri mi suggerisce che la trovata non sia che un richiamo, praticamente un messaggio di pubblicità occulta, non concordo tanto più che li accanto alcune luci di negozio sfitto ripropongono una ricca cartellonistica di ben altra natura.
Tralascio il motorino parcheggiato che eventualmente potrà interessare gli attenti vigili della Terre Verdiane e che dimostra ancora una volta che l'architettura fa quel che può, ma la funzionalità di una soluzione architettonica dipende anche da altre cose. Ebbene tutto questo in una cinquantina di metri quadri più servizi al piano terra del grande complesso.

lunedì 24 maggio 2010

La manutenzione dei palazzi: l'erba su Palazzo delle Orsoline

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Alcune immagini  scattate dal giardinetto extracomunitario hanno colto una rondine o due in volo, ma evidenziano la presenza di flora spontanea sul tetto dell'edificio, analoghe segnalazioni riguardano la Chiesa di San Pietro. Se da un lato la presenza della flora ci ricorda che anche la natura ritiene di avere ancora qualche diritto sulle opere dell'uomo dall'altro alto in questi casi non ha scelto il posto migliore per esternare la sua presenza. In altre parole: una buona manutenzione degli edifici è sempre consigliabile

sabato 22 maggio 2010

Ex-palazzo Bellotti: si riprendono i lavori

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Il completamento del palazzo ex-Bellotti

21 maggio 2010 - i lavori da tempo sospesi sono ripresi e, vista la serietà della impresa che si si è assunta l'onere di completarli, verrà posto rimedio allo stato di questa zona di Fidenza che dura ormai da circa dieci anni. Sono state rimosse dalla parte di Via Romagnosi le impalcature e probabilmente verranno sostituite, per alcuni giorni quindi abbiamo la possibilità di vedere ed avere un'idea di come sarà il nuovo palazzo. E' da dire che conserva sul lato Romagnosi l'idea di leggera curvatura che caratterizzava il Borgo, l'altezza di parte dell'edificio si raccorda con le altezze dell'edificio confinante che con quella delle costruzioni preesistenti rimosse. Già visibile la galleria di collegamento tra Via Romagnosi e Piazza Duomo. Per quanto riguarda l'intervento nel suo complesso resta pur sempre il rammarico che qualcosa di meglio poteva e doveva essere fatto.

martedì 18 maggio 2010

Fotovoltaico: quando al danno si aggiunge la beffa.

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Un invito da far circolare è pubblicato sul sito della Provincia relativamente al fotovoltaico. L'argomento è: "Le linee guida per il fotovoltaico a terra". Probabile che qualcosa di utile riusciremo ad ascoltarlo nell'incontro previsto per domani 19 maggio. Già possiamo farcene un concetto leggendo l'invito, ecco le principali linee guida:
  • mantenere le aree verdi,
  • utilizzare materiali prefabbricati,
  • ridurre i tempi di esecuzione,
  • smaltire correttamente gli imballaggi,
  • non usare diserbanti
Potremmo aggiungere qualcosa senza essere scurrili? Caro assessore le indicazioni stanno a metà tra l'ovvio ed il faceto, l'unica cosa vera è che il fotovoltaico sui terreni liberi verrà fatto e, in provincia di Parma ha un padrino che è  l’assessore provinciale all’Ambiente Giancarlo Castellani.

Soluzioni per i Terragli (quelli nuovi) cercasi.

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Le cose sembrano ormai complicarsi sempre di più. Un investimento sbagliato, anche se a spese dei cittadini, non si aggiusta con scelte pasticciate o pannicelli caldi, e tantomeno non serve far finta di niente, il problema c'è e va risolto. Gli spazi che il Comune e le partecipate hanno acquistato per evitare che FIDENTIA affondi non sembrano appetibili sul mercato immobiliare ormai saturo di proposte per immobili già costruiti, in costruzione o da costruire. Quindi non resta che tenerli o regalarli. Scartiamo il regalo, che solleverebbe il bilancio comunale di oneri futuri, in quanto per vari motivi, compreso quello burocratico, è irrealizzabile. Innescherebbe inoltre anche un effetto "cricca" che verrebbe pilotato da fuori. Una proposta realizzabile sarebbe quella di destinare questi spazi ad alloggi di edilizia popolare e ceduti all'ACER. Il beneficio reale potrebbe essere quello ad esempio di non dover costruire sull'area di Via Ariosto e destinare ad altro questo spazio. C'è il rischio che questa situazione, se non ben gestita o eccessivamente spinta, porti nel tempo a creare in questa zona un effetto "quartiere Scampia", ma questa è un'altra storia, siamo a Fidenza dove gli asini volano.

lunedì 17 maggio 2010

Ex forno comunale: ultimi 15 giorni per decidere

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"L’amministrazione Comunale,  alla luce degli approfondimenti in corso sull’iter amministrativo per l’attuazione dello stralcio “A” del piano particolareggiato sull’isolato dell’ex forno comunale ed in considerazione dell’estrema rilevanza e strategicità che l’attuazione degli interventi riveste nelle politiche di recupero e riqualificazione dell’area centrale della città, intende differire il termine del 30 aprile 2010 fissato con delibera giunta comunale n. 18 del 28 gennaio 2010 al 31 maggio 2010. In tal modo  si avrà il tempo per effettuare un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche in queste mesi poste all’attenzione dell’Amministrazione che hanno peraltro portato il Comune ad acquisire specifico parere legale sull’argomento"
A questa premessa ha fatto seguito la decisione della Giunta Comunale,  "con voti unanimi favorevoli, espressi per alzata di mano", che ha deliberato:
-   Di  differire il termine del 30 aprile 2010 fissato con delibera giunta comunale n. 18 del 28 gennaio 2010 al 31 maggio 2010.
-   Di dare mandato al settore UTC-Assetto del territorio di trasmettere questa deliberazione al soggetto attuatore dell’intervento.
Viene quindi da pensare che a fine mese il nodo verrà sciolto e sapremo il futuro della storica area. In effetti il differimento di un solo mese farebbe pensare ad una soluzione in linea, salvo qualche dettaglio, con quanto in precedenza preannunciato senza alcun stravolgimento del progetto illustrato nell'incontro del mese scorso. Ciò porta a concludere che il soggetto attuatori sia sempre l'impresa Montanari e quindi un'impresa cittadina di qualità.
Manca nella delibera accenno al parere della Commissione per la Qualità  architettonica ed il Paesaggio,che come sappiamo è puramente consultivo e non vincolante, ma che, in questo caso, sarebbe più che opportuno.
La delibera porta il numero 91  ed è del    29 Aprile 2010. Nell'Ordine del Giorno del Consiglio Comunale del 19 maggio prossimo l'argomento non appare.

venerdì 14 maggio 2010

Quella pasticciata pavimentazione di Via Abate Zani

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"L’intervento di fornitura e posa della pavimentazione in masselli autobloccanti sarà invece gestito direttamente da un soggetto associativo privato che si è offerto di finanziare parte dell’opera.." in questa frase prelevata dal sito del Comune dice tutto sui motivi per cui con cadenza anche semestrale la via, pavimentata con autobloccanti di arredo urbano) necessita qualcosa di più di una ordinaria manutenzione. Nello stesso documento si ribadisce che "L’intervento di fornitura e posa della pavimentazione in masselli autobloccanti sarà invece gestito direttamente dal soggetto associativo di cui si è come accennato in precedenza che si è offerto di finanziare parte dell’opera."
Le cose sono andate storte e già nell'agosto 2007, precisamente il 13 agosto, il Comune dichiarava: " Nel quadro del “Progetto Ulisse: strade nuove”, la settimana prossima inizieranno i lavori di ripristino della pavimentazione di via Zani. L’intervento, reso necessario a causa dei problemi di non corretta posa dei masselli autobloccanti, è a totale carico di Assobeton, il soggetto privato sponsor del progetto stesso.
L’amministrazione comunale di Fidenza, che ha appoggiato il progetto condividendone l’obiettivo di incrementare l’utilizzo dei masselli autobloccanti nelle pavimentazioni stradali, ha chiesto che l’intervento sia risolutivo delle problematiche."
Questo intervento non ebbe il risultato sperato tanto che fu ripreso più volte sino ad arrivare ad oggi in cui il Comune è costretto a prendere il seguente provvedimento "al fine di ripristinare le adeguate condizioni di sicurezza e decoro della pavimentazione, a partire da mercoledì 12 maggio inizieranno gli interventi di ripristino su tutta la via. Una prima fase dei lavori prevede l’indagine sulle cause che hanno determinato gli ammaloramenti e a tal fine si procederà alla rimozione delle parti in cui sono presenti maggiori problematicità e all’esecuzione, mediante laboratorio certificato, delle prove di carico su piastra per accertare le motivazioni del dissesto e verificare se lo stesso, oltre che alle condizioni ambientali dei mesi scorsi, sia da ricondurre anche a problemi specifici di sottofondo, di cedimenti dei sottoservizi o di posa della pavimentazione."
Il provvedimento ci sembra opportuno, ma tutta la vicenda è indicativa di innegabili leggerezze nell'affidamento e nei controlli in corso lavori relativamente alle opere eseguiti sfruttando il sistema di finanziare i lavori pubblici col sistema della contropartita alla concessione di permessi o all'affidamento di lavori pubblici sulla base di stime dei valori gonfiate. Questo sistema, che permette, nel caso degli appalti, di dirottare all'ente locale, finanziamenti pubblici purtroppo è diventato norma, non solo Fidenza. In questa situazione diventa fondamentale l'assoluta indipendenza degli uffici tecnici comunali dal sistema imprenditoriale privato e da quello delle cooperative di costruzione (codice etico). Via Abate Zani

martedì 11 maggio 2010

Ricordo ad acquerello del prof. Ettore Ponzi

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Dal catalogo della mostra il ricordo di Mons. Aldo Aimi 


Mi è stato chiesto di premettere al presente catalogo un ricordo del professor Ettore Ponzi da parte di chi l’ha conosciuto. Io sono uno di quei fortunati.
Chiamo questo ricordo “ad acquerello” perché è rapido e leggero.
Ho conosciuto Ettore Ponzi nel 1946 quando, tornato dalla guerra, era stato incaricato di venire a Campolasso, dov’era sfollato il Seminario, per tenere un corso di disegno per le scuole medie.
Lo vedevo arrivare in bicicletta, con vicino alla canna il cavalletto e la tavolozza, e finita l’ora di scuola partiva e girava per le colline in cerca di motivi d’ispirazione. Insomma, siccome lì la zona è molto bella, andava a caccia di immagini.
Assistevo anche alle sue lezioni perché, in quanto studente di teologia, ero incaricato dell’assistenza ai ragazzi delle medie, quindi ero presente anche a scuola. Lo vedo ancora come parlava, come insegnava, come gestiva la classe. Era un uomo essenziale nelle parole, molto chiaro nei concetti e, soprattutto, nella sua gestualità esprimeva molto bene l’idea che voleva trasmettere. Come docente era efficace, essenziale, semplice, chiaro, in modo tale che i ragazzi potessero capire alla svelta, senza tanti barocchismi e senza tante parole. Naturalmente faceva il corso di tre anni, con tutti i programmi che c’erano da svolgere, iniziando dalla squadratura del foglio fino al disegno dal vero attraverso tutti i passaggi necessari: insegnava il tratteggio, le sfumature, il passaggio tra il copiato e il vero utilizzando i corpi solidi geometrici (il cubo, il cono, eccetera) per studiare le ombre.

Quando sono diventato prete l’ho incontrato di nuovo nella Commissione diocesana d’arte sacra, di cui è stato membro per molti anni. Ci si trovava nelle riunioni ma si andava anche in giro per vedere in loco i casi da studiare e da risolvere, e queste erano le occasioni direi più comuni d’incontro. Fu membro della Commissione per molti anni e, per la sua competenza e per le sue prestazioni fu insignito nel 1983 del titolo di Commendatore dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno.
Poi, però, c’erano i momenti più personali, direi più personalizzati, quando andavo nello studio a vedere un po’ quello che produceva, e lui mi faceva vedere questo e quello, mi illustrava i vari tipi di tecnica, perché era un cercatore, uno sperimentatore di tecniche; lui riproduceva infatti lo stesso quadro con tecniche diverse. Nello studio ho visto i quadri del Duomo, e direi che i quadri che hanno come soggetto il Duomo, fra le opere di Ponzi, sono forse i migliori. Seguono immediatamente i paesaggi nevosi. Nel riprodurre la neve era un maestro; riusciva a rendere il clima della nevicata e la leggerezza della neve in un modo veramente stupendo. Io mi incanto davanti ai suoi paesaggi nevosi, che sono molto belli. Poi ci sono i fiori, particolarmente quelli dello Stirone. In Seminario abbiamo due suoi quadri di fiori, un mazzo di soffioni di tarassaco, davanti a quest’ultimo dico sempre che bisogna trattenere il fiato, altrimenti si fanno volare via i piumini. Infine ci sono i paesaggi dello Stirone.
Si direbbe che i motivi dominanti nella sua produzione sono la città, il duomo, lo Stirone, e i fiori e le erbe dello Stirone, ma ammiro anche molto i suoi autoritratti, che per un pittore sono i dipinti più difficili. Era un bravo pittore, un pittore nato.
Nelle occasioni in cui incontravo il professore, si parlava sempre di tante cose e particolarmente del Duomo.
Nel 1957 terminò la costruzione del Vescovado, nella parte verso la piazza Grandi e in seguito venne costruito il secondo lotto, dove sotto c’erano gli uffici di Curia e sopra la foresteria del Vescovado. La pianta era molto semplice: un lungo corridoio con gli uffici verso il cortile che davano tutti sul corridoio, che era spoglio e monotono. Un giorno incontrandomi con il professor Ponzi gli ho detto: «Qui mi piacerebbe avere una Sua memoria riproducente il bombardamento del Duomo, del vescovado e dei dintorni». Desideravo che restasse una documentazione storica di quanto abbiamo subito, perché non ci sono documentazioni fotografiche in quanto i fotografi si erano limitati a scattare fotografie panoramiche. Desideravo anche che restasse in Curia memoria del professor Ponzi. Lui accolse subito l’idea e, dopo non molto tempo, mi disse: «Ho pronto le tavole da mettere in corridoio» e ha portato gli otto monocromi, che a me sono piaciuti sempre, soprattutto perché preferisco il bianco nero al colore. Allora li ho fatti appendere immediatamente e li ho difesi in tutti questi anni perché avevano per me un valore, sia come memoria del pittore, che perché era l’unica sua testimonianza che avevamo in Curia. Successivamente se ne è aggiunta un’altra ad olio con la parte scultorea della facciata del Duomo e – in Seminario – due quadri pervenuti attraverso mons. Pasetti, che era vicerettore del Seminario vescovile e Presidente della Commissione diocesana d’arte sacra, grande ammiratore dell’opera di Ettore Ponzi, il quale – frequentando anche lui lo studio – aveva chiesto diversi quadri per il Seminario, che ci sono ancora.

Ponzi era partito nel 1940 per il servizio militare. Dell’Albania non mi parlò quasi mai, tranne d’un episodio che mi raccontò lui stesso: Un giorno, in una cittadina albanese era uscito, in perfetta divisa da ufficiale, e , invece del fucile, portava il cavalletto e la tavolozza. Girando per le viuzze della cittadina, cercava una prospettiva da ritrarre. Finalmente la trovò. Piazzò il cavalletto in mezzo alla strada deserta e cominciò a dipingere. Dopo molto tempo, a quadro già inoltrato, si sentì arrivare alle spalle il passo d’una pattuglia nemica. Capì che aveva sconfinato. Si alzò e disse tra se: “Questa volta ci sono!”. I militari, dopo un attimo di perplessità, lo fecero accomodare sul seggiolino e lo invitarono a continuare e si fermarono a guardare fin verso la conclusione dell’opera. Poi, sorridendo, salutarono e se ne andarono. La pittura gli aveva salvato la vita.
Alla sua partenza aveva lasciato Borgo intatto e al suo ritorno, nel 1945, trovò dei ruderi, che hanno dato origine alla sua angoscia, espressa magistralmente nell’invenzione monocroma del 1946 intitolata Il ritorno dei borghigiani.
Era un uomo d’una sensibilità eccezionale, ma allo stesso tempo molto dignitoso, direi quasi fiero, dalla chioma folta e ondulata e dallo sguardo acuto. Aveva mantenuto la scorza del militare, anche nel passo. Era un uomo di volontà decisa, che affrontava le situazioni, ma allo stesso tempo era di una delicatezza, di una timidezza, che a volte sorprendeva. Aveva una percezione di se non tronfia e davanti a chi guardava le sue opere sembrava cercare, mendicare umilmente il giudizio. Il suo carattere era composto da questo doppio tratto, quello esteriore, marziale, e quello interiore, estremamente sensibile, che rivedo rispecchiato nelle sue opere. Ma era anche un uomo di compagnia, gradevole, che ascoltava molto, e sapeva anche dare molto.
Ponzi è stato definito “Pittore di paesaggio”, ma per me questo è troppo riduttivo. Ponzi è “Pittore della natura”. Tutta la natura. Quella grande e quella piccola, quella che ti sta attorno e quella che ti passa accanto. È necessario vedere. Tutto è bello e occorrono gli occhi per vedere. Ponzi è un pittore che vede tutto, ammira, contempla, si innamora e ritrae. E quando ritrae ha già stabilito un dialogo con la natura; ha già interiorizzato e colto “un’atmosfera”, che vuole trasmettere. Di qui nasce l’atmosfera di pace e di serenità e la quiete dello Stirone. Di qui nasce l’atmosfera di silenzio e di intimità della nevicata sulla città. Di qui nasce l’atmosfera di gioia e di speranza del campo di grano al sole. Di qui nasce l’atmosfera di purezza e di delicatezza del soffione. Io ammiro così i suoi quadri.
Ponzi è un pittore che esprime in colori quello che sente nell’intimo dell’animo. Questi i suoi messaggi che si riassumono in uno solo, oggi tanto necessario: guardate, ammirate, amate la natura, così la rispettate.
Ponzi non si sarebbe mai lasciato scappare una lacrima, però, tutti quei quadri di macerie li intitolerei “il pianto su Fidenza”, di un uomo che è tornato nella sua città e l’ha trovata distrutta e piange sulla sua città. Dipingeva con gli occhi asciutti ma con le lacrime nel pennello. I suoi quadri sono tutti rimpianti e la ripetitività delle immagini denota il fatto che non si stancava mai di guardare le cose che amava, le cose che ricordava; non si stancava mai di ritrarle così com’erano. Le ripeteva come un amante continua a guardare la persona amata. Anche il cambio della prospettiva, della posizione, delle luci del giorno, delle stagioni, conferma questa stessa cosa. Non si stancava mai di contemplare l’oggetto amato, che sta nel cuore.
Ponzi, però, non pensava certo che le sue opere sarebbero diventate documenti. Lui faceva il pittore ed esprimeva il suo animo, voleva fissare un presente di dolore e non si accorgeva che intanto diventava una fonte di documentazione.
Sulla ricostruzione di Fidenza non l’ho mai sentito esprimere un pensiero deciso, ma siccome era fondamentalmente un conservatore, credo che anche tutte le demolizioni, le sbrecciature che – distruggendo ciò che la guerra aveva lasciato in piedi – hanno cambiato il volto della città, siano state per lui una sofferenza.
Aldo Aimi

lunedì 10 maggio 2010

Palazzo Panini 10 maggio 2010

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Il terreno delle sorprese

Alcuni giorni senza passare ed ecco che l'area di Villa Panini cambia aspetto. Dopo i narcisi i tulipani, ora materiale inerte nero per un spessore di più di venti centimetri i circa metà dell'area, asportazione di terreno e livellamento nell'altra metà. Nessuna indicazione circa permessi di cantiere od altro come di consueto. Sul lato opposto di Viale della Vittoria del macchinario, un cumulo di ghiaia e alcuni cavalletti stradali predisposti per una eventuale chiusura dell'accesso a Viale della Vittoria. Foglietti spiegano trattarsi provvedimento per asfaltatura stradale prevista prima il 5 e 6 di maggio poi il 10 ed 11 maggio e probabilmente ancora rinviata. Non ho trovato nessun avviso sul sito del comune per la chiusura della via e tantomeno dell'autorizzazione ai lavori effettuati entro l'area privata di Villa Panini. Quest'ultima cosa come la mancata esposizione delle prescritte indicazioni di cantiere stà diventando frequente o forse è solo  mia impressione?

mercoledì 5 maggio 2010

5 maggio 2010, l'inaugurazione del tunnel

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Alle parole misurate del Sindaco mario Cantini fanno seguito poi gli altri interventi trionfalistici sul futuro della città ed infine la benedizione. Il tutto avviene in una zona di servizio ben dentro al tunnel visto che il sole anche questa volta non si è fatto vedere:
«Il sottopasso era un’opera attesa da tempo, che, riattivando la viabilità, riunisce finalmente la città rimasta divisa in due. Nei prossimi mesi terremo monitorata la circolazione e siamo pronti ad apportare eventuali modifiche. Ora possiamo puntare la nostra attenzione sulla ricomposizione della sovrastante nuova piazza della Stazione e avviare, così, il completamento di una zona strategica della città», ha detto il sindaco Mario Cantini. Il resoconto completo è sul sito del comune.