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mercoledì 18 maggio 2011

"Acqua e Civiltà nelle terramare. La Vasca Votiva di Noceto"


L'Assessore Fabio Fecci invita alla presentazione del volume che illustra l’eccezionale ritrovamento archeologico :
“Acqua e Civiltà nelle terramare. La Vasca Votiva di Noceto”
che si terrà mercoledì 25 maggio p.v. alle ore 18 presso la Sala dei Concerti della Casa della Musica
La vasca votiva di Noceto
Eccezionale monumento della civiltà terramaricola

Nella primavera del 2004 uno sbancamento effettuato nel corso di lavori edili ai margini meridionali del paese di Noceto ha tagliato il fianco della collina nota come “la Torretta”, mettendo in luce una stratificazione potente due metri; tale deposito, all’interno del quale erano presenti alcuni frammenti ceramici dell’età del Bronzo, sembrava colmare un’ampia fossa e copriva alcuni pali di legno. Ha così iniziato la scoperta di un sito archeologico di rilevanza straordinaria: l’intervento scientifico, promosso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e condotto in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha rivelato trattarsi di una gigantesca vasca, costruita nel XV secolo a.C. e rivestita in legno, senza confronti in Italia, il cui significato e la cui funzione vanno cercati con ogni probabilità nella sfera del sacro. L’indagine archeologica ha consentito di valutare la forma, estensione e natura del deposito, evidenziando però, oltre alla sua eccezionalità, anche i notevoli problemi che esso pone, specialmente sul piano della conservazione del legno. Il Comune di Noceto, la Soprintendenza, sostenuta dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Milano, ravvisando un comune interesse in questo eccezionale monumento storico, hanno stipulato una convenzione per la sua esplorazione, il suo restauro e la sua valorizzazione. Il progetto è attualmente in corso grazie ai finanziamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di Fondazione Cariparma. Al termine degli scavi e delle operazioni di restauro sarà possibile ammirare la vasca e tutti i reparti in essa contenuti in un’esposizione permanente, già programmata dall’Amministrazione Comunale di Noceto, all’interno della nuova struttura multifunzionale che andrà ad arricchire il centro culturale “B. Pelacani”, di cui fanno parte la Biblioteca Comunale “Don L. Milani” e il Teatro Moruzzi, di via Boni e Gavazzi.
LE TERRAMARE
L’età del Bronzo si colloca verso il secondo millennio prima di Cristo, epoca in cui alcune civiltà mediorientali e l’Egitto sono già “entrate” nella storia, mentre l’Europa è ancora organizzata come società tribale. Tuttavia l’introduzione del bronzo per le lavorazioni più disparate (dalle armi all’abbigliamento) porta gradualmente a trasformazioni economiche e sociali, come ad esempio una sorta di differenziazione in classi sociali. E’ in questo periodo che la popolazione inizia ad aggregarsi in comunità più numerose e con una specifica divisione del lavoro. La sfera rituale prevede il culto del sole e delle acque, in quanto elementi fondanti della vita, affiancati da tutta una serie di culti “domestici” testimoniati dalla forte presenza, negli insediamenti, di statuette miniaturistiche votive. Figura ricorrente è quella delle corna, spesso raffigurate su vasi e strumenti. Nel pieno di quest’epoca, fra il XVI e la prima metà del XII secolo, la Pianura Padana inizia a subire una trasformazione che modificherà il suo aspetto per sempre: le terramare, infatti, erano abitati inclusi in uno spazio ben definito da terrapieni e talvolta anche fossati. Le continue ricostruzioni degli edifici, susseguitesi nel corso di oltre 400 anni, al di sopra del vecchio insediamento contribuirono a dare alle terramare l’aspetto di “colline” artificiali. Gli abitanti delle terramare grazie a buone conoscenze tecnologiche, una fiorente economia ed una solida organizzazione sociale di tipo tribale raggiunsero negli oltre 4 secoli di permanenza il livello di sviluppo più elevato in Europa. Tuttavia nella prima metà del XII secolo una serie di cause tra cui cambiamenti climatici, crisi economico-sociali interne ai villaggi e ostilità con popolazioni esterne, causarono l’abbandono dei villaggi nell’arco di una o due generazioni. I siti terramaricoli situati nei dintorni di Noceto si collocano principalmente nell’area collinare in prossimità di corsi d’acqua.

LA VASCA E LA SUA STRUTTURA
La vasca di Noceto è un monumento di eccezionale importanza perché testimonia un’attenta progettazione, profonde conoscenze di ingegneria, geotecnica e silvicoltura, una raffinata carpenteria, grandi capacità organizzative ed un ingente investimento di lavoro e risorse. Per la sua realizzazione fu scavata, nelle argille del terrazzo, una cavità di 20×14 metri e profonda oltre 4. La vasca è un grande parallelepipedo, con pareti formate da assi di legno poste in opera senza alcun tipo di incastro o fissaggio, bloccate da pali verticali disposti a distanza regolare lungo i quattro lati; l’opera era completata da due griglie orizzontali di travi che si incrociano ad angolo retto tra di loro, su ciascuna delle quali era in fine alloggiata una coppia di travi disposte diagonalmente. La sommità della vasca era coronata da un ulteriore bacino, le cui pareti, oggi conservate solo su due lati, reggevano strutture lignee testimoniate da buche di palo ed erano in parte rivestite da ciottoli fluviali, che formano un probabile scivolo di accesso. L’intera vasca sembra essere inserita all’interno di una più grande struttura lignea, forse realizzata per sostenere le pareti dello scavo in corso d’opera, ma di cui finora poco sappiamo. All’interno della vasca è stata rinvenuta una grande varietà di oggetti e materiali tra cui manufatti ceramici rappresentati sia da oggetti di utilizzo quotidiano (tazze, vasi, scodelle…) sia da oggetti rituali (vasetti in miniatura, figurine di animali…) legati al culto domestico; tra i manufatti in legno spiccano per importanza i tre aratri, pertinenti al tipo più antico fatto in un solo pezzo di quercia, probabilmente legati a un contesto votivo che aveva connotazione agricola. Da non trascurare i reperti animali tra i quali frammenti di cranio, corna e mandibole di animali domestici e due palchi di cervo. Resta ancora da chiarire come la vasca sia stata riempita d’acqua ed alimentata per un lungo intervallo di tempo (forse 200 anni), tanto più che trovandosi in una zona rilevata, l’acqua non può affluire per la sola gravità ma deve esservi condotta appositamente.

Per maggiori dettagli: http://www.twimc.it/?p=6961

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