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giovedì 22 marzo 2012

La "Corte del Recupero" diventerà un'altra Val di Susa?


La corte del recupero nella frazione di Castione Marchesi per il riuso dell'area ex TAV. Diventerà un'altra Val di Susa?
Alcuni indizi ci sono già: informazione non trasparente, documentazione lacunosa, impatto ambientale a rischio
(vedi anche corterecupero)

Con qualche difficoltà il Consiglio Comunale ha approvato la realizzazione di un centro per il recupero di materiali inerti provenienti da demolizioni edili nel nostro comprensorio, localizzando l'iniziativa nei pressi della frazione di Castione Marchesi nell'area per alcuni anni utilizzata come cantiere delle imprese impegnate nella realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità che, in questo tratto, affianca l'Autostrada del Sole.
Dopo l'approvazione di due delibere il progetto va avanti e i tecnici assicurano che i materiali  non saranno inquinanti, ma circa l'incremento del traffico veicolare e l'impatto ambientale le domande rimangono.
Niente di più facile quindi che la progettata Corte del recupero di Castione Marchesi diventi la “Piccola Valle Susa” di Fidenza. Alcune premesse ci sono: informazione non trasparente, documentazione imponente quanto lacunosa e contraddittoria, sottovalutazione dell'impatto ambientale e non attenzione alle attese degli abitanti della frazione. I possibili ingredienti quindi ci sono ed a cucinarli  ci ha pensato un gruppo nutrito di residenti che ha presentato un documento di osservazioni che non ha trovato ancora risposta esaustiva. I firmatari lamentano infatti il silenzio dell'Amministrazione che sembra voler completamente ignorare la petizione popolare inerente la richiesta di approfondimento e informazioni fatta pervenire all'Amministrazione comunale dagli abitanti della frazione agli inizi di Novembre 2011. Ritengono che detta petizione doveva quantomeno essere discussa in Consiglio Comunale ma così non è stato.
D'altra parte il progetto è stato soggetto a critiche anche da parte dell'ente regionale. Le osservazioni formulate dalla Regione Emilia Romagna dopo il sopralluogo del gennaio 2012 si sostanziano in 45 richieste di approfondimenti e spiegazioni. Di particolare interesse la presa di posizione della Regione in merito alla scelta della localizzazione dell'impianto. La Regione evidenzia lacune metodologiche ed errori cartografici di natura tale da inficiare la bontà della scelta di localizzare l'impianto a Castione Marchesi rispetto agli altri possibili luoghi selezionati.
L'iter burocratico e complessivo è quindi lontano dal concludersi, questo se da un lato ha rinforzato le convinzioni dei residenti circa la bontà delle loro critiche, dall'altra ha dato la possibilità all'Amministrazione Comunale di riprendere il dialogo con i suoi cittadini. 
Non è il caso in questa sede di riprendere tutte gli aspetti che dividono oggi cittadini e istituzioni riguardo a questo progetto che, sia chiaro, non trova in nessuno una contrarietà preconcetta e, da quel che ho potuto capire, la posizione dei firmatari la petizione non è nemmeno quello di dire “si, ma non nel mio cortile. Ci limitiamo quindi ad aspetto che risulta un po' banalizzato nelle carte del progetto, quello dell'impatto ambientale del traffico di automezzi che interesserà la frazione.
Ma lasciamo su questo punto parlare i diretti interessati che rilevano:
“Le nostre osservazioni segnalano un aumento del numero degli autocarri che attraverseranno il paese di Castione più elevato rispetto a quello enunciato nella Valutazione di Impatto Ambientale e ripreso nelle controdeduzioni illustrate dall’Arch. Alberto Gilioli.
Traiamo questa convinzione da due ordini di valutazioni:
a)la stragrande maggioranza degli autocarri che conferiranno il materiale inerte proveniente da demolizioni avrà una portata utile attorno ai 2/3 metri cubi , come ci è confermato dalla nostra indagine svolta sui conferimenti di materiali inerti presso gli operatori non solo della Provincia di Parma ma anche di Province vicine (ad es. Reggio Emilia) 
b)quasi tutti i trasportatori di materiale inerte in arrivo a Castione, provenienti dal bacino nord – nord/est delle Terre verdiane, sceglieranno certamente le vie di percorrenza territoriali  interne, perché più brevi e meno trafficate, rispetto ai percorsi che includono il collegamento con infrastrutture viabilistiche di rango regionale (Via Emilia  o Asse autostradale), cui si fa riferimento anche nelle controdeduzioni.
Dal combinato disposto di queste due valutazioni, rispetto alle valutazioni esposte negli Studi di Impatto Ambientale, ne derivano necessariamente sia un numero complessivamente maggiore di autocarri circolanti, che un numero molto maggiore di autocarri che attraverseranno il paese poiché raggiungeranno la “Corte del Recupero” entrando in Castione dai suoi accessi viabilistici posti sul lato nord-nord/est.”
Come si vede da questo stralcio di osservazioni le argomentazioni sono circostanziate ma, aggiungono gli estensori delle stesse, condivise “con la cittadinanza nell'assemblea del paese fatta il 04/11/2012” dove “è stata confermata la famosa richiesta di approfondimenti e chiarimenti che è stata inoltrata in qualità di petizione (195 firme) alcuni giorni prima.”
Pubblicato sul settimanale Il Risveglio del 23 marzo 2012


Le delibere

Una prima delibera è la N 16 del 23/03/2011 in cui:
"L’amministrazione Comunale intende adottare il Piano Urbanistico Attuativo di iniziativa pubblica denominato “La corte del recupero” in variante al PRG per il riuso produttivo dell’area dell’ex cantiere TAV di Castione Marchesi in località “Il Pioppino”. Più specificamente si intende destinare l’area già occupata dalla fine degli anni ’90 dal cantiere ad un nuovo insediamento di tipo produttivo e di servizio rivolto primariamente alla realizzazione di attività e di servizi legati al recupero e differenziazione dei materiali nonché attività produttive compatibili o funzionalmente connesse. All’interno dell’area, ad occupare una delle due zone specificamente destinata al’esecuzione degli interventi edificatori per gli impianti e le attività produttive, è previsto l’insediamento dell’impianto “Terre Verdiane” per il recupero dei materiali da demolizione che, nel Piano regionale di Azione Ambientale per un futuro sostenibile 2008/2010, approvato dalla regione Emilia Romagna di concerto con la provincia di Parma, è stato inserito ed è oggetto di finanziamento."
A questa ha fatto seguito una seconda delibera la N.: 58 del 10/11/2011 che affrontava senza risolverle le controdeduzioni formulate al piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica in variante al PRG denominato “la Corte Del Recupero”.

Il Rio Caneto in un tratto a monte di Castione in prossimità di Rimale










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