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venerdì 7 aprile 2023

I monumenti di Fidenza: l'obelisco di Piazza Garibaldi

Alla determinata volontà dell'illustre borghigiano Luigi Musini si deve l'erezione dell'obelisco di Piazza Garibaldi. L'inaugurazione avvenne il 4 maggio del 1885 in un tripudio cittadino senza uguali. Ora l'obelisco di Garibaldi è un monumento simbolo della città e della identità laica borghigiana.

Così si presentava all'inizio del secolo scorso l'obelisco di Piazza Garibaldi dedicato all'eroico condottiero della spedizione dei Mille. Eretto nel 1884 era recintato. Sullo sfondo si intravede la Rocca a destra il Palazzo Bianchi con la sua torre. Una doppia linea di paracarri delimitava il tratto dell'asse stradale cittadino che attraversava Piazza Garibaldi

Nei primi anni trenta il monumento era circondato anche da una aiuola. L'immagine è stata scattata dal porticato del Palazzo Comunale, sullo sfondo ancora la Rocca, a destra Palazzo Bianchi che verrà qualche anno dopo demolito, al suo posto fu edificato un nuovo edificio in stile "veneziano" sede allora della banca Cassa Centrale Cattolica.

Il monumento oggi come lo conosciamo. Nel tempo ha perso aiuola e recinzione, ma il monumento è integro e rappresenta il centro attorno al quale la città vive ed anche chiacchiera. Ora sostiene l'assedio dei tavolini dei bar oltre a quello delle manifestazioni e, fino a ieri, dei comizi elettorali.

I bombardamenti del 1944, pur senza colpirlo, hanno interessato il monumento. Lo spostamento d'aria, provocato dalla scoppio di una bomba, aveva disallineato l'obelisco vero e proprio dalla base. Non cadde e fu possibile risistemarlo.

Incastonata nel monumento troviamo l'effige bronzea dell'Eroe dei Due Mondi. Sul nastro che unisce i due rami d'alloro sono impresse due parole: "Libertà" e "Uguaglianza". La dedicazione del monumento e poi dell'intera piazza, precedentemente Piazza Cavour, fu voluta dal "garibaldino" Luigi Musini. 


1 commento:

  1. Tragica la foto della Piazza bombardata, ed il buco della scheggia nel bronzo del nostro Carissimo Peppino! Pare incredibile, oggi.

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