Cerca nel blog e nelle pagine collegate

martedì 19 maggio 2015

Bocca di Rosa ai nostri giorni. Un articolo di Franco Bifani

 8 era il numero civico della casa di tolleranza di
Fidenza che veniva appunto chiamata "Numr ot"  


Senti che nova c'è: “Fior di limone, si Cristo nun perdona a le puttane, er Paradiso lo po' ddà a piggione!”-G.G.Belli
Via Iacopo Ugolini, in Oriola, si trovava la
casa di tolleranza o casa chiusa di Borgo
In coda alle recenti discussioni e proposte di legge per risolvere l'annosa faccenda “Case chiuse-Case aperte”, mi permetto di esprimere qualche personale pensiero sull'argomento.
Sono del parere che la prostituzione dovrebbe essere, finalmente, legalizzata e regolamentata.
Sarebbe di contrasto al racket dei magnaccia, soggetti pericolosissimi, che la nostra magistratura pusillanime preferisce ignorare, colpendo, invece, i clienti, miserevoli, ma inoffensivi.
Lo Stato potrebbe operare un prelievo fiscale su questa attività professionale, cosicché le prostitute pagherebbero le tasse, come tutti i lavoratori, contribuendo al welfare nazionale.
Sarebbero libere di esercitare non più sulla strada, ma in locali autogestiti, messi a loro disposizione dallo Stato, più sicure, protette e seguite da un’assistenza sanitaria adeguata, anche se tutto ciò sarebbe dispiaciuto alla senatrice Merlin. Ne sarebbero avvantaggiati anche gli utenti, nei prezzi e nella sicurezza contro le malattie veneree e l'AIDS.
Ma legalizzare la prostituzione significa sdoganarla anche dal punto di vista etico, sgombrando il campo da un'infinità di ipocrisie, alimentate da schiere di ipocriti, clericali o laici che siano, utenti subdoli e sotterranei del sesso a pagamento. Non ci sono più i parroci di Bocca di Rosa di una volta, nonostante che almeno la metà degli uomini italiani, sposati e non, frequenti le lucciole, che siano poi maschi, femmine o trans.
Il lavoro delle prostitute, per costoro, potrebbe addirittura assumere una valenza sociale e psicoterapeutica, perché sarebbe una risposta concreta alle difficoltà di tanti poveracci, incapaci di una vita sessuale, piena e soddisfacente.  
I moralisti affrontano il problema da un punto di vista falsamente etico e gridano, ipocritamente, allo scandalo.
Molti di loro, sposi esemplari, di giorno, regolarmente coniugati sull'altare del Signore, di notte, frequentano prostitute, spesso e volentieri, pur presenziando, la domenica mattina, alla Santa Messa, dopo aver duramente rimproverato e punito i figli, di ritorno dalla discoteche, luogo di peccato e di perdizione. 
E regalano, nel frattempo, alle povere consorti ignare, ogni sorta di malattie sessuali; ma anche tra quest'ultime, non mancano prostitute legalizzate, a vita, che hanno sposato non persone -magari in abito candido, in chiesa-, ma conti correnti, bancari o postali, corredati da sostanziosi beni mobili ed immobili. 
Esse non vendono solo il proprio corpo, ma l'intera persona e sono, spesso e volentieri, delle instancabili ninfomani, che adornano di rigogliose corna le teste dei coniugi, perbenisti e benpensanti.
Sono, essi, quei medesimi, miserandi sepolcri imbiancati, che convergono, furtivi, nella notte, verso squallidi incontri, in auto, in sperdute brughiere di periferia, con una disgraziata, cui fanno schifo, e che ne ha passati una schiera prima ed altrettanti ne accoglierà, in seguito. In pubblico, però, si stracciano vesti, calzini, cappelli e mutande. Le prostitute mi hanno sempre fatto una gran pena e non ho mai avvertito il bisogno di incontrarle; i loro clienti, mi fanno ribrezzo.
In quanto ad un intervento risolutivo del nostro Parlamento, che ci si può aspettare, da abituali frequentatori di mignotte, che siedono in Parlamento, contornati dalle “onorevoli” colleghe, tutte pulzelle pure, candide ed illibate, sparse le trecce morbide sull'affannoso petto ?
Franco Bifani

5 commenti:

  1. Che la prostituzione debba essere legalizzata e regolamentata, mi trova d'accordo. Non convengo, invece, sul fatto che debba essere lo Stato a fornire loro l'immobile in cui lavorare. Chiunque voglia aprire una qualsiasi attività (legale), si deve trovare la sede, pagarne l'affitto o comprarla, in più, versare tasse e contributi, ricevere le visite della Finanza, delle ASL e dei NAS. Perché le prostitute no?

    RispondiElimina
  2. Sono pienamente d'accordo con la Claretta .

    RispondiElimina
  3. Condivido anch'io perfettamente

    RispondiElimina
  4. Io condividerei piuttosto la sparizione assoluta della prostituzione, almeno quella pubblica; quella privata, invece, che si consuma in famiglia, da milioni di anni, è invece più dura da combattere. La prostituzione, in ogni sua forma, è la negazione assoluta di qualsiasi aspetto e forma di amore, di sessualità e di genitalità.

    RispondiElimina