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domenica 14 febbraio 2016

Percorso d'arte e di fede in una mostra nella chiesa di San Giorgio

Inaugurata ieri la mostra "La Via Francigena nell'anno di Giubileo" nella ex chiesa di San Giorgio a Fidenza. La Diocesi di Fidenza è tra i soggetti patrocinatori insieme all'istituto d'arte Toschi di Parma e al Museo Pier Maria Rossi di Berceto.
La mostra rimane allestita in San Giorgio fino al 28 febbraio ed è liberamente visitabile sabato e domenica dalle 15.30 alle 18.30.

Si tratta di un viaggio in 12 dipinti di altrettanti artisti contemporanei che hanno creato le opere appositamente per questo progetto: Ezio Camorani, Claudio Cesari, Beppe Mecconi, Vincenzo Vernizzi, Stefano Grasselli, Nunzio Garulli, Massimo Violi, Mariangela Canforini, Nicla Ferrari, Giovanna Scapinelli, Giuseppe Bigliardi e per finire Paolo Bottioni.
Nella mostra si potrà ammirare, anche, il quadro dedicato alla Cattedrale del pittore Mario Schifano (1934 – 1998), un artista fondamentale della Pop Art italiana ed europea.
Il curatore della mostra Marzio Dallacqua, insieme al nostro Vescovo Carlo, ha condotto i presenti commentando i 12 dipinti pensati per comporre il calendario 2016, anno di Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco. Calendario che poi troviamo come opera grafica realizzato da Graphital.

Noi percorriamo ora la mostra accompagnati da questo scritto di Marisa Guidorzi

Alcune riflessioni sul Calendario. 

Il viaggio è il primo pensiero: il pellegrino appare all'inizio del percorso e chiude con l'ultima opera. 
La nostra vita è ricerca, è un andare, un conoscere, un pensare: anche la riflessione è ricerca. 


Quante volte ci siamo persi nel labirinto (Marzo) dei nostri tormenti e abbiamo fermato i nostri passi, ci spingevano il sentimento, l'amore, ma ci mancava il lume, quell'occhio che ci mancava la sofferenza del pianto liberatore per poter proseguire.


Più dolce era stato il cammino all'inizio del nostro viaggio, quella neve bianca ci aveva dato la speranza e l'illusione. 
I pellegrini del Medio Evo avevano la pazienza , sapevano leggere i segni, erano circondati da simboli che vediamo ancora oggi rappresentati nelle nostre Cattedrali. 
Anche l'arte di oggi nasconde il suo messaggio in simboli. In fondo la grata (Aprile) sta spesso davanti a noi , o perché non vogliamo vedere, o perché non sappiamo vedere. La liberazione del nostro spirito è faticosa, la Misericordia verso gli altri e verso noi stessi richiede impegno per togliere ciò che ci trattiene.

Mi hanno colpito quelle mani che indicano offerta, ma anche accoglienza. Servono per dare, per cogliere. Sono una coppa da cui bere acqua che disseta, ma anche acqua purificatrice .


I pellegrini sostano per un ristoro del corpo e dello spirito, il libro é nutrimento, riflessione, ridà forza allo spirito provato dalla fatica del viaggio, la musica è conforto, ricerca di emozioni.
Quella diagonale bianca che separa come spartiacque due versanti neri pieni di solchi è la vita che si dibatte tra il Bene e il Male? Indica il richiamo a cercare la nostra via in alto?
Il pellegrino è ancora in cammino…
La speranza e il viaggio sembrano concludersi in quella Cattedrale scura, solo apparentemente buia, come ha detto Sua Ecc. il Vescovo, la luce che traspare all'interno è accogliente e rassicurante.

Marisa Guidorzi

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