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venerdì 1 dicembre 2017

Le strade del dialetto borghigiano: a tavola ed in poesia

La rassegna "Lungo le strade del dialetto borghigiano" ha vissuto un doppio appuntamento questa settimana.
Martedì 28 novembre presso la trattoria "Al Canton 33" di via Mentana tutto esaurito con il momento conviviale "El Cavdon 'd Nadal" curato da Claretta Ferrarini e Ermanno Ghiozzi.

Claretta Ferrarini con Ermanno Ghiozzi
e lo chef Mauro Copelli
 
Il menù dello chef Mauro Copelli  prevedeva  anolini in brodo di terza, un misto di bolliti e un tris di torte. Non quindi un menù da vigilia di Natale, come vorrebbe indicare il titolo "El Cavdon 'd Nadal", rigorosamente e tradizionalmente di magro, quello servito in tavola martedì. 
Il tavolo centrale della trattoria, che vedeva a capotavola Claretta Ferrarini, gli assessori Maria Pia Bariggi e Fabio Bonatti, poi Giancarlo Loreni, Ermanno Ghiozzi e Daniela Stecconi ed infine io. 

Passiamo ora al secondo momento che si è tenuto al Ridotto del Teatro Magnani il giorno successivo, vale a dire mercoledì 29 novembre. Il menù in questa occasione prevedeva la declamazione di composizioni poetiche dialettali come ben indicato nel titolo "El dialott in Puesia" e nell'introduzione dell'Assessore alla Cultura Maria Pia Bariggi


Maria Pia Bariggi

Franco Giordani

Giancarlo Loreni

Assente per indisposizione la Claretta, i vernacolisti Franco Giordani e Giancarlo Loreni hanno dato un saggio della loro vena poetica con composizioni di innegabile effetto di cui alcune inedite particolarmente apprezzate.

A ricordare che il dialetto, nelle sue varie forme locali, è patrimonio vero del nostro paese ci ha pensato Daniela Stecconi che ha proposto "una poesia di Raffaello Baldini, romagnolo; una di Zavattini, di Luzzara; una di Mariangela Gualtieri, di Cesena; ed una di Delio Tessa, milanese: tutte scritte nel dialetto degli autori".


Daniela Stecconi
Così ci dice Daniela di questa sua personale performance:
"Insomma una poesia per ciascuno di questi 4 straordinari poeti e/o scrittori, all'interno della rassegna: "Lungo le strade del dialetto borghigiano". dato che non sono borghigiana, leggerò tutto nel mio personalissimo dialetto, a parte Tessa che leggerò in milanese. il mio dialetto parla di me: di dove sono nata, dove sono passata, dove mi sono fermata per più tempo. dice anche che cosa mi piace: e il dialetto milanese mi piace moltissimo, ha una musicalità straordinaria, a volte mi sembra addirittura portoghese, io col milanese ci canterei il fado. se sapessi cantare. alla fine non so nemmeno che dialetto ho: è quello di tutti i posti che ho attraversato. il dialetto si muove di continuo, dato che è vivo come chi lo parla. se fosse morto, starebbe bello fermo".

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