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lunedì 21 maggio 2012

I monumenti ed il terremoto in Emilia Romagna

I dieci monumenti che non ci sono più.
ARTRIBUNE

Quando si è costretti a contare i morti, i feriti, a gestire migliaia di sfollati, forse parlare di patrimonio culturale diventa superfluo. Tuttavia, visto che le informazioni sui soccorsi sono date con dovizia da tutti media generalisti, noi ci ritagliamo il ruolo di porre l’accento sui beni culturali che hanno fatto le spese del sisma. Elencando uno a uno i monumenti che il terremoto ha danneggiato o completamente distrutto.

Castello di Galeazza – Crevalcore
La parte più antica era stata costruita nel ‘300 dal condottiero Galeazzo Pepoli. Il castello, tutt’intorno, più volte rimaneggiato e modificato, era oggi di proprietà privata e sede di un albergo tutto particolare dedicato alla calma ed alla lettura.

Rocca – San Felice sul Panaro
Le prime notizie precedono l’anno Mille, ma nelle sue forme attuali la rocca risaliva al Quattrocento, realizzata per volontà degli Estensi. Era sede di alcune istituzioni culturali e di parte delle attività del comune.

Duomo – Finale Emilia
Costruito nel 1474 era dedicato ai Santi Filippo e Giacomo. Su progetto di Angelo Marescotti fu completamente ristrutturato nel 1770, la facciata, però, risaliva al 1807, per la firma di Cesare Rossi.

Municipio – Finale Emilia
Il municipio risale al 1744. Elegante, con la sua torre (con campana e orologio pubblico) era l’attrattiva maggiore di Piazza Verdi. Numerose le sale interne ornate di affreschi, oggi purtroppo visibili dall’estero a causa degli ampi spazi diroccati a causa del terremoto.

Palazzo Grillenzoni (dei Veneziani) – Finale Emilia
Un tempo qui c’erano i magazzini per il commercio fluviale con la più importante capitale economica dell’area: Venezia. Fu costruito in riva al Panaro da Carlo Grillenzoni nel 1669. Durante il Settecento ospitò un piccolo teatro, riservato esclusivamente ai nobili di Finale.

Torre dei Modenesi (o dell’orologio) – Finale Emilia
Del 1213, era stata dichiarata Monumento Nazionale. Si è completamente sbriciolata. Alta 32 metri custodiva in alto la più grande campana della città: oltre mille chilogrammi di bronzo.

Castello delle Rocche – Finale Emilia
Costruito nel 1402 su fortificazioni preesistenti, costituiva probabilmente una antica porta di accesso alla città voluta dagli Estensi. A costruire il maniero un grande esperto di edifici militari: Bartolino Ploti da Novara, già autore dei castelli di Ferrara e Mantova. Su tre lati il castello è protetto da fossati, il quarto lato è il fiume Panaro.

Castello Lambertini – Poggio Renatico
Si trattava della sede del municipio di Poggio Renatico, fu costruito nel Quattrocento dalla famiglia bolognese dei Guastavillani e poi ricostruito dai Lambertini nel 1475. Nel Seicento venne completamente rimaneggiato e, diretta a Roma in occasione della sua conversione, vi fece tappa Cristina di Svezia. Passò alla comunità nel 1822, quando i Lambertini si estinsero.

Chiesa di Buonacompra – Cento
L’antica chiesa e il campanile entrambi compromessi nel paesino famoso per la Salama da Sugo.

Castello Estense – Ferrara
Forse il monumento più famoso tra tutti quelli in elenco. Non ha subito danni terribili come gli altri essendo Ferrara lontana dall’epicentro. Ma la torretta dei Leoni, che sovrasta uno dei quattro angoli, ha avuto un pesante crollo ben visibile dalla strada.






Settis:
"Ricostruiamo i monumenti, la nostra identità collettiva"
Il patrimonio artistico è una delle vittime dei terremoti. Va reintegrato e restaurato al più presto per non disperdere le comunità già ferite. E' sempre stato fatto in passato. Fino allo scandalo dell'Aquila. L'opinione dello storico dell'arte Salvatore Settis, intervistato da Laura Pertici














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