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martedì 1 luglio 2014

Franco Nardella e Adriano Gainotti alle prese con "Il Biscione del Borgo"



Il biscione del Borgo” è un agile volume curato da Franco Nardella e Adriano Gainotti ed edito da Unitre Fidenza con una breve prefazione del presidente Romano Artusi. Il testo propone la traduzione in italiano corrente di un testo scritto in latino redatto presumibilmente “da qualche secolo” ad “opera di autore sconosciuto”, così ci dice Franco Nardella dando anche altri, pochi, dettagli sul suo fortunoso ritrovamento casuale in una biblioteca. 

Trattandosi di contadino nella sua descrizione dei personaggi del borgo potrebbe anche vedersi una messa alla berlina degli abitanti all'interno delle mura di un borgo che ai contadini guardavano con sufficienza. Una sorta di rivincita di un campagnolo verso i “cittadini” del borgo i cui mestieri la traduzione in italiano elenca in termini molto (troppo?) attuali.
Ma veniamo all'antefatto della scoperta. Colpito da una annotazione a piè di pagina in un testo che stava consultando che diceva “...immanis coluber in Sancti Domnini civitate oppidanos terrebat ...” (un enorme serpente nella città di S. Donnino atterriva gli abitanti) Nardella approfondì la ricerca sino a scovare con l'aiuto del bibliotecario il testo completo della storia in “un latino popolare”. 
L'ignoto artefice è risultato essere un “contadino per tutta la vita” che ben conosceva i luoghi e i personaggi di questo nostro Borgo perché certamente nei pressi vi abitava.
Per farci partecipi della sua scoperta Nardella ha quindi tradotto in italiano i versi del poemetto cercando di rispettarne la metrica, ma ha fatto anche qualcosa di più, ha ottenuto la collaborazione del nostro Maestro Adriano Gainotti per la trasposizione in dialetto locale il poemetto stesso.
Quindi con le dovute introduzioni e spiegazioni il poemetto ora lo troviamo pubblicato e pronto per una nostra lettura.
La trama è semplice ma svolta in modo originale tenendo conto degli stati d'animo degli abitanti di un borgo nell'imprevedibile sviluppo della storia. Più non dico per non rovinarvi l'imprevisto finale della storia.
Il biscione visconteo del
Palazzo Comunale di Fidenza
Se vogliamo invece esprimere un'opinione sulla portata “storica” del ritrovamento dobbiamo limitarci alle avvertenze ed alla introduzione di Nardella non disponendo del testo in originale o in facsimile. Questa è una innegabile lacuna alla quale Nardella porterà rimedio anche per valorizzare appieno il suo innegabile sforzo e quello del maestro Gainotti. In caso contrario succederà come troppe volte succede con la cronaca e storia locale, la mancanza di basi documentali certe e fruibili.
Riguardo alla traduzione in dialetto locale del poemetto posso dire che la forma, rispettosa del testo italiano, è anche di agevole e piacevole lettura. Non posso certo dire se rispetti o meno il dialetto borghigiano in una qualche sua forma dei tempi andati o presenti, lascio quindi agli esperti il giudizio essendo personalmente abbastanza sprovveduto in proposito.
Ringrazio quindi Franco ed Adriano del loro lavoro e concludo cosi come conclude il libro sul retro della copertina Franco Nardella:
rorido di rugiada sorrido e ammicco;
sotto una felce del bosco,
posta appena al di là della prima porta,
attendo.
Attendo te e di gusto rido:
io sono il biscione ….
ah ah ah ah”


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