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martedì 7 novembre 2017

La pizza salverà il mondo


A partire da Napoli, a causa della forte  immigrazione italiana, la città con il più alto numero di pizzerie nel mondo è New York, seguita da  San Paolo, in Brasile. Qui, le pizze hanno spesso guarnizioni della  gastronomia locale, come il palmito e il catupiry, un formaggio cremoso.
La pizza è stata accolta favorevolmente anche in Asia. Cè una pizzeria -udite, udite!- anche a Pyongyang(!), “The Friendship”. Il mastro pizzaiolo era Ermanno Furlanis, di Codroipo. Se la sarà sbafata anche Kim Jong-un, tra un missile nucleare e l'altro?
Quindi, pizzaioli e pizzofaghi di tutto il mondo, unitevi! Una specialità inimitabile si aggira per il mondo: la pizza!
La pizza è qualche cosa di cosmopolita, di universale; forse, esistono altri mondi, in cui essa è stata accolta con entusiasmo.
Forse, anche qui in Italia, la pizza potrebbe salvare l'unità nazionale. Al di là di tutti referendum per l'autonomia, l'indipendenza, i regionalismi biechi, i campanilismi malefici, il Nord contro il Sud e viceversa, ecco sorgere il Sol dell'avvenire, tondo, bianco-rosso-verde, della pizza margherita, impastata, cotta e gustata da Courmayeur a Muggia, da Vipiteno a Pantelleria.
Bagna cauda, fonduta e bunèt in Piemonte, pesto, sardenaira e gianchetti in Liguria, cassoeula, oss buss e risòtt giald, in Lombardia, sarde in saòr nel Veneto,  spaetzle e canderli in Trentino e Sud-Tirol, presniz e putiza, ai confini con la Slovenia, lasagne, caplètt, salame e tortellini, in Emilia-Romagna.
Un Nord diviso, ma non calpesto e deriso, perché la sera del sabato, ecco tutti, grandi e piccini, a sgranocchiare la pizza.
Crostini e panzanella a Firenze, il torcolo a Perugia, brodetti nelle Marche, carbonare, amatriciane ed arrabbiate a Roma e dintorni, pesce, profumato e gustoso, d'ogni tipo, a Napoli, cavatelli ed orecchiette a Bari, maccheroni alla Norma, a Catania, panadas, malloreddus e sebadas in Sardegna. Ma la pizza  dappertutto, onnipresente, anche qui, donne e uomini, vecchi, bambini e militari.
Una volta, bisognerebbe imbandire una maxi-tavolata, di decine di metri, con rappresentanti di ogni regione e città del Bel Paese, a masticare ed ingollare fettone di pizza croccante, in tutte le sue varianti, annaffiate da birra italica, per cantare, tutti insieme, poi: “Fratelli d'Italia, l'Italia ha mangiato, del gusto di pizza s'è empita la panza! Stringiamci qui al desco, siam pronti a divorarla, l'Italia chiamò!”. W la pizza, col popo popo popo pomodoro!
Franco Bifani

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