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lunedì 9 aprile 2018

Iperfagia. Cibo e Psiche


Ma io...ho fame!
Carissimo Ambrogio,
da qualche tempo, tendo anch'io, come tanti altri abitanti del mondo mangereccio, ad una forma di iperfagia, uno dei tanti DCA, Disturbi del Comportamento Alimentare, che ci assalgono in caso di stress, termine abusato ed onnicomprensivo di tutto e di tutti, con le sue varie conseguenze. Questo secondo i più esimi psicologi.

Al cibo viene attribuita la grande capacità  taumaturgica di consolare, stimolare, calmare, rallegrare e compiacere.
Le scelte filogastronomiche si orientano, in modo equivalente, sia verso cibi salati sia verso quelli dolci; ci si alza dal divano, mentre si segue distrattamente la TV, per andare ad aprire il frigo o la dispensa e consumare qualche cosuccia, come salatini, crackers, oppure un tocchetto di cioccolata. Come concause, per quanto mi concerne, ho escluso la gravidanza ed il ciclo mestruale, ma ho considerato la carenza di sonno e una certa malinconia congenita. 
Questo comportamento, di attrazione fatale verso spuntini post-prandiali, sarebbe da ricondurre a meccanismi di compensazione di stati di disagio interiore, che comportano ansia, irrequietezza, irritabilità, palpitazioni e chi più ne ha, più ne metta. 
Io sono affetto da tutti questi sintomi, più altri ancora, da una vita.
Infatti, l’atto di ingerire cibo sostituisce le  parole consolatorie, nei momenti 
grigi o neri, quando il prossimo manca proprio di carità, anzi, infierisce. 
Ma pare che, ad una certa età, sia facile comportarsi in questo modo, manducatorio e masticatorio, come mi hanno confessato parecchi miei coetanei, quando i desideri d'altro, che non il cibo, sono morti, morenti o infiacchiti, e l'apparato digerente sopravanza e compensa gli stimoli emotivi, sentimentali ed affettivi del cuore, specie quelli erotici. 
Insomma, appetito smodato comune, mezzo gaudio geriatrico, roba di pancia. Come si dice per chi vota populista, vedi Lega e M5S e tutti i partiti che noi abbiamo disdegnato. 
Franco Bifani

2 commenti:

  1. Oggi siamo malati di "indagine psicologica", a tutto si deve dare una spiegazione sottile e contorta che spesso alla fine non spiega nulla.
    Il ricco Epulone poteva rimpinzarsi di cibo perchè ne aveva in abbondanza, il povero Lazzaro si accontentava delle briciole perché non poteva avere altro. Questo é il fatto, abbiamo molto a portata di mano.
    L'esagerata informazione , o disinformazione, oggi ci induce ad analizzare ogni singola azione per scoprirne le motivazioni segrete fino a perdere il gusto delle cose più elementari come ad esempio il cibo.
    E se si facesse semplicemente uso del buon senso nell'adeguare i nostri comportamenti al conseguimento del nostro benessere psico-fisico?
    Abbiamo bisogno di amore anche verso noi stessi e se uno sgarro alla regola ci fa stare meglio, ben venga, saremo piú generosi nel comprendere gli altri.

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  2. Signora Marisa, si ricorda di Mazzarò, nella novella “La roba” di Verga? Quello era un accumulatore seriale di beni immobili evdimproprietà terriere, in una forma di riscatto sociale. Muore tentando di portarsi nell’Aldilà i suoi beni, accumulati per una vita. “Roba mia, vientene con me!” Ogni nostra minima azione, effettivamente è riconducibile ad una eziologia psicologica. Lo dico anche perché, dopo la laurea in Lettere, mi ero specializzato, sempre a Milano, in Psicologia, che è sempre stata la mia grande passione, fin da ragazzino.

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